mercoledì 19 novembre 2014

Alla scoperta della grappa in Veneto

Che in Veneto si beva bene lo sanno tutti. Che si produca una buona grappa idem. Che il fulcro sia Bassano del Grappa anche. Allora: cosa voglio raccontarvi di nuovo in questo post?

Innanzitutto, vorrei parlarvi delle distillerie principali che ho visitato, e poi di tutte quelle storie che ho scoperto attorno al distillato, storie di famiglia, di magia e di Italia.


I due nomi per eccellenza sono Nardini e Poli: tutti e due nella zona di Bassano, più antico il primo, più innovatore il secondo. Nella zona del Ponte vecchio, troverete il negozio Nardini Basso e il Museo della Grappa Poli, che ha anche una sede a Schiavon.

Di Nardini Basso avevo già parlato nel post su Bassano, perchè è una vera istituzione: la più antica distilleria italiana. Lo trovate pieno ad ogni ora della giornata: potete ordinare un bicchierino o acquistare bottiglie. Il locale è storico ed è un piacere sedersi ai tavoloni, ma potete sorseggiare il vostro drink anche sul Ponte degli Alpini.

A parte la grappa, sono da provare il Mezzo e mezzo e la Tagliatella, due aperitivi curiosi: il primo è a base di rabarbaro, mentre il secondo nasce da una mistura di scarti di cui si accontentava i distributori di acquavite. Adesso sono due liquori di tutto rispetto.

Poli invece ha allestito dei veri e propri musei della grappa e se avete tempo vi consiglio di visitare quello di Schiavon, a pochi chilometri dal centro di Bassano, proprio vicino alla fabbrica vera e propria, più tranquillo e più grande. Sono entrambe arredati con gusto, con i grandi tubi di rame a vista e le lampade con il loro stemma, una sorta di gnometto con un catino di vinaccia caricato sulla spalla.

Il Museo è a ingresso libero e racconta le origini della produzione di acquavite, la diversità degli alambicchi utilizzati e la storia della famiglia Poli. E'stato interessante scoprire che la distillazione ha origini alchemiche: separa ciò che è buono da ciò che non lo è.

Quindi la grappa è nata in modo quasi magico, grazie alle sperimentazioni: si distillava qualsiasi cosa. I primi alambicchi infatti avevano forme di animali o dell'uomo, poichè si pensava che l'essere vivente prestasse le sue proprietà al macchinario.

Credenze e realtà si fondono ancora di più quando con l'epidemia della peste, si decide che la grappa potrebbe essere una buona medicina: dava sollievo ai dolori e così la produzione aumenta esponenzialmente. 

"Vendi caro ma pesa giusto" era il motto di Giovanni Poli, uno dei primi produttori della famiglia, che ancora oggi è alla gestione dell'azienda. Oltre all'esposizione delle bottiglie storiche Poli, sono impressionanti le ultime sale con teche piene di grappa di ogni tipo: bottiglie decorate con vimini, etichette scritte a mano e decorate da artisti, vetri soffiati di ogni colore.

Si termina la visita nello shop, dove si possono fare delle degustazioni...anche olfattive: premete un pulsante e un effluvio di grappa aromatizzata invaderà le vostre narici. Inutile dire che mi sono divertita come una bambina.

Ecco, magari, sapevate già tutto, ma questo giro alla scoperta della grappa, mi ha reso il distillato tutto italiano ancor più simpatico perchè fa parte della nostra storia.

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