domenica 19 ottobre 2014

Il piacere di restare

Questo è uno degli anni in cui ho viaggiato di meno. "Ma se sei sempre in giro?!" Obietteranno gli amici che mi vedono sempre con il trolley in mano. Lo spostamento ormai è diventato una condizione di vita, per una pendolare cronica come me. Ma viaggiare è un'altra cosa...

Non vi racconterò quello che è per me viaggiare, perchè lo si capisce da quello che pubblico: il viaggio è essenzialmente una scoperta, un incontro, un meravigliarsi. Mi va di riflettere invece su questo restare, che mi ammorba da un po'.

Ci sono state diverse motivazioni per cui le mie gitarelleggiate sono diminuite ultimamente, ma questo non vuol dire che non ricomincerò a farle con la cadenza settimanale di una volta. Ci sono periodi della vita che ti spingono verso altro.

I viaggi si fanno anche da casa, rimanendo sul divano? Stronzate! (Passatemi il termine...) Per me non è vero, però quello che condivido è che si esplora un'altra dimensione della condizione umana, altrettanto vitale: quella stanziale.

Ecco, per indole personale, non potrei essere una sedentaria per sempre: è troppo bello il mondo per non girarlo. Mi richiamano i musei inesplorati, i boschi nascosti e le città in cui si parla una lingua o un dialetto che non capisco. Però so che ogni tanto ho bisogno di tornare e di restare, quel tanto che basta per annoiarmi e ripartire.

La noia è un valore aggiunta in questa società di intrattenimento, in cui divertirsi diventa un obbligo morale, da immortalare e condividere su Facebook. A me ogni tanto piace poltrire, con la mia tazza di tè nero in mano che poi abbandono in luoghi remoti della casa, ancora fumante, il mio libro sull'ennesima biografia di un'eroina del passato e gli occhiali da nerd sul naso.

Altre volte, invece, mi assaporo il piacere di una passeggiata nella mia città, dopo tanto tempo di assenza. Vi assicuro che ci trovo sempre una luce nuova: il palazzo restaurato, il locale riaperto nella tipica tradizione toscana, la via abbellita da fiori e decorazioni artigianali. Rivivere i nostri luoghi è vitale per avere delle radici.

E senza delle radici solide non ci si espande nel mondo in maniera equilibrata. Ho la fortuna di riuscire a ritrovare "un po'di casa" ovunque: nella signora che mi sorride preparandomi il caffè nel Conero, nella spa superaccessoriata in Austria mentre ceno in accappatoio a bordo piscina, nel bosco casentinese quando mi perdo e la cartina che stringo tra le mani non mi è d'aiuto.

Grazie a questi momenti di noia, in cui mi prendo del tempo per riscoprire la mia casa, la mia città, il mio pezzetto di mondo, ho dentro quella pace, che mi permette di viaggiare sentendomi a mio agio. Come si fa a godersi il mondo, se non si conosce il paese da cui proviene?!

Avete mai pensato "Quanto mi va stretto questo paese! Vorrei scappare di qua!" Non vi dico quante volte l'ho detto di Prato... Eppure quando sto tanto tempo fuori dalla Toscana, torno e scopro che, oltre alla bozzetta di pane e al Castello dell'Imperatore, mi sono mancate anche le rotonde, che maledico ogni mattina.

Si viaggia anche stando a casa? No, ma restando si riscopre il piacere di partire.

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