mercoledì 24 settembre 2014

San Marino Multi Museo: come funziona

Il centro storico di San Marino si visita in fretta perchè è molto raccolto, ma per i più curiosi ci sono diversi edifici storici e musei che vale la pena frequentare. In diversi non ci ero mai entrata e così ho deciso di affidarmi alla formula Multi Museo per visitare tutti e cinque i siti storici statali.

Il ticket costa 10 €, ma 1 € è per la cauzione della carta biglietto: se la riconsegnerete al termine della vostra visita vi verranno restituiti i soldi. Io me lo sono tenuto per ricordo! ;) La potete comprare in in uno dei cinque musei e potete organizzarvi il tour come più preferite: non è necessario andare alla prima torre e poi alla seconda, potete fare anche l'inverso.


Ogni entrata costerebbe 4€, dunque se volete visitare più di un museo, la Multi Museo è convenientissima.

Avete poi 10 giorni di tempo per completare tutto quello che è compreso nella spesa e questo è un vero vantaggio, soprattutto per chi è in zona per più giorni e ha con sè dei bambini. Vedere tutto in un giorno, come ho fatto io, può risultare faticoso. Tenete presente che l'orario di apertura è dalle 9 alle 17.

Quali sono i musei di Stato di San Marino? Ve li racconto nell'ordine in cui li ho visitati.

1. PRIMA TORRE

Le tre torri sono le tre penne, simbolo di San Marino e la Guaita, la prima che incontrerete, è circondata da cinta murarie, sulle quali potete salire e godervi il panorama dello stato a tutto tondo. Quando l'ho visitata, era addobbata per una rievocazione storica: nel cortile due donne in costumi medievali stavano cucinando, mentre in un salone al piano superiore era allestito un banchetto, proprio di fianco alla camera dei signori. Mi hanno colpito molto i graffiti sulle pareti delle prigioni.


2. SECONDA TORRE
Proseguendo sul Passo delle Streghe, che dove percorrere assolutamente nella vostra visita a San Marino, si arriva alla seconda torre, la Cesta, chiamata anche Fratta. Era la sede del corpo di guardia e ospitava anche qualche cella delle prigioni. Oggi è la sede del Museo delle Armi Antiche e pur non essendo appassionata del genere, è davvero molto interessante: sapevate che le alabarde altro non sono che delle rastrelliere sofisticate? I bambini ne andranno matti!

Da qui si vede anche la terza torre, la Montale, la più piccola e non visitabile, ma raggiungibile con una breve camminata. Era l'antica postazione di vedetta, proprio per la sua collocazione strategica. In realtà per i fotografi, la Cesta offre gli scorci migliori.

3. PALAZZO PUBBLICO
Sono discesa fino al centro della città e sono entrata nel Palazzo Pubblico, che si affaccia sul famosissimo Pianello, la Piazza della Libertà. L'edificio è di per sè molto bello, arricchito da stemmi e recuperato negli anni Novanta da Gae Aulenti. Cercate lo stemma della Repubblica, dei castelli e dei Santi patroni della città: San Marino, Sant'Agata e San Leo.

Oggi è la sede del governo sammarinese e confesso di aver già visto la bellissima Aula del Consiglio in occasione di un matrimonio, in cui troneggia su una parete l'immagine del Santo fondatore, che lascia liberi i suoi cittadini.

Oltre a questa, poco altro da vedere: le cisterne sono visitabili solo in occasioni particolari e il filmato esplicativo era un po'noioso. E' stato divertente vedere il cambio della guardia dall'interno. Nei giorni in cui il Consiglio si riunisce, le visite al pubblico sono sospese.


4. MUSEO DI STATO

Mi è piaciuto un sacco! Formato grazie a donazioni nella seconda metà dell'Ottocento, si trova nella Piazzetta del Titano e ospita numerosi tesori. Il Museo di Stato è vario e non ci troverete di certo pezzi unici, ma che riesce a raccontare la storia di San Marino.

Gli espositori con le ceramiche, vanto della città, e con i francobolli e le monete di Stato sono parte della cultura della repubblica, come le opere che mostrano le gesta del Santo. Altrettanto interessante la teca riservata al tesoro di Domagnano, una serie di gioielli rinvenuti in epoca gota, venduti ad un museo estero. Peccato per le urla di una custode, che al telefono si lamentava dell'organizzazione interna: ai visitatori forse interessava solo leggere le didascalie vicino alle opere in santa pace!


5. MUSEO SAN FRANCESCO


La mia visita è terminata al Museo di San Francesco, proprio di fronte alla Porta del Paese. Quello di San Francesco è il monastero più antico della città e oltre a una collezione di opere d'arte religiosa, ospita numerose mostre temporanee.

Io ci ho trovato l'esposizione Figli di Abramo, opere di arte sacra contemporanea ebraica, cristiana e islamica e l'ho trovata davvero bella, sia per le tecniche usate sia per i soggetti inusuali.


La soluzione più comoda per arrivare in centro è sicuramente con la macchina: gli autobus sono scomodi e i treni arrivano fino a Rimini. Se vi trovate veramente lontani, vi consiglio di raggiungere San Marino anche con i voli da Ancona, che dista solo un'oretta.

venerdì 19 settembre 2014

Itinerario del gusto tra Umbria e Marche

Visitare l'Umbria meridionale e non passare per Norcia è quasi impossibile. E'una tappa obbligata per ogni buongustaio che si rispetti, sia per assaggiare sia per fare scorta di salumi pregiati nelle norcinerie che si affacciano sul corso principale. Quello che non mi aspettavo è che fosse lontana solo un'oretta di macchina da un'altra meta gastronomica, Ascoli Piceno.

Sono stata a Norcia in un giorno feriale, ma trovare un parcheggio in tarda mattinata si è rivelata un'impresa. Le strade erano pienissime di gente: tanti gli stranieri e persino qualche comitiva di boyscout. Siamo stati fortunati perchè abbiamo trovato posto vicino alle mura del piccolo centro storico.

Abbiamo deciso di pranzare alla Locanda del teatro, per mangiare comodi e seduti e proseguire a pancia piena lo shopping di ghiottonerie. Abbiamo però scelto un piatto di norcinerie: con questo termine infatti non si indicano solo i locali, ma anche i salumi di suino lavorati con tecniche particolari della zona. Salame di cinghiale, prosciutto, ciauscolo, testa: il colesterolo è andato alle stelle!

Abbiamo mangiato all'aperto, ma gli interni del locale erano davvero eleganti. E'infatti un caffè storico, anche se il servizio è stato molto amichevole e i prezzi nella norma.


Attenzione attenzione! Anche i vegetariani possono visitare Norcia e gustarsi qualche prelibatezza: anche il tartufo è tipico del posto. Della vicina Castelluccio, da cui si gode un panorama mozzafiato, sono invece tipiche le lenticchie, che però non ho assaggiato. 


Abbiamo fatto spesa alla Salumeria Lanzi e poi abbiamo visitato la bella Basilica di San Benedetto, costruita sull'antica casa del Santo. Proprio lì di fronte, comprando una cartolina, il vecchio proprietario sentendomi parlare, mi ha chiesto se fossi di Prato. Sorpresa dalla precisione del suo riconoscimento del dialetto toscano, ho domandato come facesse a conoscere la mia città e lui si è messo a ridere: "Signorina, gran parte dei maiali che si lavorava a Norcia veniva da Prato. Si cercavano famiglia per famiglia e nella vostra zona c'erano i migliori."


Inorgoglita per la pregiatezza dei suini miei compatrioti, ho proseguito il mio viaggetto alla ricerca del gusto. Le strade dei dintorni sono immerse nel verde e se potete, godetevi i rigogliosi panorami.

Ascoli Piceno è stata per me una città inaspettata. Ha un fascino un po' spagnoleggiante e un po'veneziano, con rue strette e buie e palazzi eleganti in travertino. Passeggiarci è già di per sè un'esperienza culturale: tutto parla di storia.

Il Palazzo dei Capitani e il suo chiostro interno meritano una sosta, ma è soprattutto la Cattedrale di Sant'Emidio ad avermi entusiasmato. E'un edificio imponente e semplice, che ospita bellissimi mosaici e la cripta del santo, con le sue reliquie, ritrovate grazie a una pianta di basilico che cresceva in maniera spontanea nella basilica. Alzate gli occhi e guardate le volte affrescate!


Una volta usciti, invece, vi meritate la famigerata sosta golosa: le olive ascolane! Cosa vi aspettavate?!?! Non si può andare ad Ascoli senza averle provate e se, come me, non potete partecipare alla Ascoliva, la sagra annuale che si tiene  per una decina di giorni d'agosto, potete optare per la soluzione più comoda.

Eccoci seduti da Migliori, dalla parte opposta della piazza rispetto al Duomo. E'un locale con un piccolo chiosco all'aperto e qualche tavolino, mentre l'interno è stracolmo di vini e olio. Le olive nel cartoccio, costate pochi euro, erano davvero ottime. Intramontabile street food! ;)

mercoledì 17 settembre 2014

Vivoli, il Gelato di Firenze

A Firenze Vivoli è il Gelato: è consigliato in tutte le guide di tutto il mondo, è elencato tra le cose da fare in città, è un must, c'è poco da fare. Se passeggiate tranquilli nei dintorni di Santa Croce, capiterà che un turista vi chiederà in italiano stentoreo dove si trova la famigerata gelateria.

Se vi è capitato di chiederlo a me, sarete rimasti delusi, perchè non lo sapevo. Ebbene sì, lo ammetto, fino a ieri non ero mai stata nella mecca del gelato fiorentino, restia come al solito dai posti preferiti dalla massa. Però ieri pomeriggio l'ho provato.

Innanzitutto, ho capito perchè tutti chiedessero indicazioni: il locale si trova in una stradina interna e non è segnalato da insegne visibilissime, come ci si potrebbe aspettare. L'entrata è sobria e una volta varcata la soglia, ci si trova in un bar di una volta, un posto elegante e senza fronzoli.

Vivoli è la gelateria più antica di Firenze. Negli anni Venti la Latteria Vivoli si cimentò nella produzione di gelato, andando a prendere il ghiaccio sopra la Vallombrosa. Fu solo negli anni Sessanta e Settanta che arrivò il successo e la proverbiale fila che ingombra tutta la strada.

I gusti non sono tantissimi e le coppette non sono giganti. La mia coppettina da 2 € nella foto era appena presa, anche se sembra già a metà ;) Probabilmente fa parte del gioco: è la qualità che conta davvero. E la qualità c'è, ve lo assicuro.

Ho preso cioccolato ricco, davvero buono, e Festina Lente, un gusto inaspettato che porta il nome del proverbio romano "Affrettati lentamente". Zenzero e agrumi, un sapore nuovo, inventato nel 2010 per il Festival del Gelato che si tiene ogni anno in città.

Dal frigo, anche le Sacher e le torte di mele avevano un aspetto invitante: le proverò in inverno! 

Vivoli insomma tiene alta la sua fama e se vi trovate a Firenze, andateci, anche solo per passeggiare nelle viuzze interne, piene di negozietti artigianali carinissimi, e per capire se è davvero marmato, come esclamò la Teresina di Marasco, il menestrello vernacolare della città.


mercoledì 10 settembre 2014

Spoleto: i motivi per cui ci tornerò

Che Spoleto sia una delle città più belle dell'Umbria non c'è dubbio. Vedrete che ogni vicoletto si presta a una fotografia, la sua posizione panoramica offre dei bellissimi scorci sulla valle sottostante e i negozietti sono pieni di prodotti artigianali di ogni tipo.

Ci ho passato un'unica giornata, ma mi sono ripromessa di tornarci al più presto. Perchè? I motivi ve li spiego subito e sono diversi.

Innanzitutto si trova in una posizione perfetta per visitare l'Umbria. E' a mezz'ora da Terni, dalle Cascate delle Marmore e dalla verdissima Valnerina. Dalla città, si raggiunge la zona di Perugia e del Lago Trasimeno in poco meno di un'ora e i dintorni sono disseminati di borghi storici

Le sistemazioni in centro non sono molto care e ci sono un sacco di bed and breakfast con arredi d'epoca e particolarissimi. Certo c'è da camminare.
Foto di F. Bartolini
E adesso passiamo al secondo punto: ormai avrete capito che i piedi sono il mio mezzo di trasporto preferito. Quindi lasciate la macchina al comodissimo parcheggio Spoletosfera, che grazie ad ascensori e scale mobili, dista dal centro pochi minuti e fa evitare salitacce faticose. Adesso si può cominciare a passeggiare.

Non solo tra le vie del centro, ma le opportunità sono davvero tante. Abbiamo raggiunto la Rocca Albornoziana, passando davanti alla bellissima Fontana del Mascherone e imboccando la via che fa raggiungere la vetta dell'elegante castello. Che vista da lassù!!

Da qui si vedeva anche il Ponte delle Torri, che si pensa essere stato un antico acquedotto. Oggi è pedonabile e collega Spoleto al Colle di Sant'Elia a Monteluco. Una finestrona a metà percorso mostra tutta la gola sottostante. Non ci sono stata ed è un motivo valido per tornarci.


Un altra cosa che mi è piaciuta tantissimo è stata la sorpresa nel vedere all'improvviso la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Esco da un negozio di giocattoli in legno, chiacchierando mi giro e infondo a una scalinata vedo questa meraviglia che riempie la vista.

Vale la pena visitare l'interno e perdersi tra gli spettacolari affreschi. Una curiosità: si dice che il Duomo accolga una fauna abbastanza varia, perchè oltre a piccioni e passerotti e a due colonie d'api, ci sono stati avvistati anche barbagianni, civette e faine.
Foto di F. Bartolini
Sempre sulla piazza del Duomo, si affaccia Casa Menotti, l'abitazione del creatore del Festival dei Due Mondi, la grande manifestazione di arte, cultura e spettacolo, che ha reso Spoleto famosa nel mondo. L'entrata è gratuita e vi consiglio di entrarci per dare un'occhiata al Centro di Documentazione.

Oltre agli oggetti lasciati da Menotti, come il pianoforte a coda che riempie una delle strette salette, si possono anche spulciare archivi multimediali e visionare filmati sul Festival. Mi sono piaciute molto le locandine delle diverse edizione: ognuna un'opera d'arte.

Ci si gode poi una vista insolita sulla piazza e se siete fortunati come lo siamo stati noi, vi potete godere anche un concerto improvvisati: ci hanno fatto assistere alle prove di alcuni musicisti americani.
Foto di F. Bartolini
Ho lasciato per ultimi i due motivi per tornare a Spoleto, che per me sono i migliori. Il primo c'entra con l'essere donna, l'altro con il gusto della convivialità.

Donne di Spirito è un progetto di Serena Corinti (passate dal suo blog personale S-naturata: è pieno di interessanti consigli d'artista) e sono delle opere d'arte un po'speciali, perchè raccontano un mondo moderno e antico al tempo stesso, quello femminile. Il negozietto di Serena è il primo che ho visto a Spoleto: ci sono entrata e ho comprato.

Dovevo avere la Pensierosa con su scritto Pensare è un'arte: un monito, un consiglio, un inno alla creatività. Ho speso solo 10 € per questa riproduzione di acquerello a colori naturali, che potete comprare anche online.

Serena, artista distratta, ha impacchettato con cura il mio quadretto in una bella cartellina rosa, che mi sono portata dietro volentieri nel mio giro a Spoleto. Rappresenta con acquerelli e coloranti presi dalla natura (vino rosso, caffè, curcuma, cacao) queste teste di donne, che hanno in mente qualcosa che riempie i loro capelli, che fa loro da gioiello, ma che alla fine è un qualcosa di leggero.

Sono serie ma con leggerezza e ironia: mi ci sono riconosciuta molto. Vorrei collezionarle e regalarne qualcuna alle mie amiche: ecco perchè andrò di nuovo a Spoleto.

Adesso invece cambiamo toni e parliamo di cibo: credevate me ne fossi dimenticata? :P

Il mio motivo di ritorno è l'Osteria del Matto, un posto che non ha uguali. Innanzitutto è un localino nascosto in Piazza del Mercato, un po'buio, ma arredato con tanto colore: locandine del Festival dei Due Mondi alle pareti, Pinocchi in ogni forma, burattini antichi e libri. Ogni sedia è dipinta in maniera diversa, ogni piatto è differente.

Quello che è uguale è il menù: niente scelte, si mangia quello che offre la casa, a seconda della fame. Noi abbiamo scelto il completo, da antipasto a dolce con bibite incluse a 25 € a testa. Zucchine ripiene, pomodori secchi, bruschette, salumi e farro per cominciare. 

Abbiamo poi proseguito con gli strangozzi, tipici di Spoleto, il pollo ai peperoni (che ho trovato delizioso, nonostante il mio odio profondo per quelle verdure) e un dolce al limone. E'stato uno dei pranzi migliori della mia vita.

Il cibo era davvero buono, ma a rendere il locale di qualità è la convivialità di chi ci lavora, la voglia di far gruppo, il piacere di perdere tempo a stare insieme. Alessia, la ragazza che ci ha servito, è riuscita a farci chiacchierare tra tavoli, grazie alla sua passione per l'oroscopo, che è stato solo un pretesto: abbiamo concluso parlando di politica italiana!

Insomma un posto dove ci si sente accolti, questa Spoleto: ci tornerete anche voi?

mercoledì 3 settembre 2014

Bomarzo: il parco dei mostri più gotico d'Italia

 Tu ch'entri qua pon mente parte a parte  
et dimmi poi se tante maraviglie sien fatte per inganno o pur per arte
Il Parco dei mostri di Bomarzo è un posto senza tempo. Avrete di sicuro presente l'immagine classica del mascherone con la bocca e gli occhi spalancati, che è diventato il simbolo del giardino. Ecco, il resto vi sorprenderà perchè è difficile farsi un'idea precisa su quello che si vede.

Si passa da statue colossali a miniature, da un anfiteatro classico a una casa pendente, che sembra essere progettata da un architetto avanguardista. Simbologie esoteriche e mitologiche accompagnano le iscrizioni del Principe Orsini: ammonimenti, invocazioni, comunicazioni solenni e ironiche.

Foto di F. Bartolini
Sembra un luogo perfetto per ambientare un film di Tim Burton, perchè riesce a essere gotico e simpatico allo stesso tempo: per me è un binomio quasi inspiegabile! E'quindi una meta perfetta se avete bambini, ma lo è ancor di più se siete appassionati del genere.

Si trova a pochi chilometri dal piccolo borgo di Bomarzo, ben conservato e dalle stradine ripidissime. Il parcheggio non è grandissimo e una volta entrati nella moderna biglietteria, troverete tutto quello che vi serve. Il parco è aperto tutti i giorni dalle 8.30 al tramonto, ma prenotando con qualche settimana di anticipo, è possibile organizzare per gruppi numerosi una visita notturna con suggestive musiche rinascimentali.

Il biglietto intero costa 10 € e prima di entrare nel giardino dei mostri, passerete il negozietto di souvenir, il bar e il self service, che ho provato per pranzo e può essere una soluzione comoda per chi vuol risparmiare tempo e denaro, senza pretendere un'alta qualità. Ad ogni modo, potete attrezzarvi anche per un pic nic nella zona verde che precede l'ingresso al sito turistico, dove c'è anche un barbecue a disposizione. 


Il Sacro Bosco di Bomarzo è stato fortemente voluto da Pier Francesco Orsini, il firmatario delle frasi che leggerete in giro per il parco, nel XVI secolo e da subito fece così tanto scalpore che divenne oggetto di studio per numerosi artisti. Le figure scolpite nella pietra sono talmente varie che trovarne una correlazione è impossibile.

Dopo la morte dell'Orsini, il giardino fu abbandonato e restaurato solo nella seconda metà del Novecento da Giancarlo e Tina Bettini, sepolti nel tempietto greco. La celebre statua dell'orco con la bocca spalancata sembrava essere la dimora di un pastorello e del suo gregge e esistono testimonianze fotografiche a conferma di questa ipotesi. Numerosi studiosi hanno provato a dare un'interpretazione, ma al di là delle singole simbologie sembra impossibile trovare un filo conduttore.

Foto di Francesco Bartolini
Provate ad entrare nella casa storta: è un'esperienza psichedelica. La testa gira e sembra di perdere ogni punto di riferimento. Un altro visitatore parlava della volontà dell'Orsini di ingannare la ragione, per far pensare con il cuore. Non so se l'interpretazione sia corretta, ma a me è piaciuta parecchio.

Chi con ciglia inarcate et labra strette non va per questo loco 
manco ammira le famose del mondo moli sette

Foto di Francesco Bartolini