venerdì 29 agosto 2014

Terni e dintorni: cosa fare in un week end

Terni è uno delle città meno prese d'assalto dai turisti perchè quando si va in Umbria, si ricerca quell'umbrietudine dalla quale si escludono le città più moderne. Cos'è l'umbrietudine? E' un insieme di caratteristiche riconducibili allo schema di piccolo borgo, cibo casereccio, vicoli oscuri, pace e tranquillità.

I soliti cliché, insomma, dai quali si cerca di sfuggire, ma nei quali anche il viaggiatore più esperto rischia di trovarsi intrappolato. Terni infatti non è affatto da evitare, è diversa, una città mitteleuropea in piena regola: una rarità in Italia.

E'stata infatti totalmente ricostruita nel dopoguerra e il suo attuale assetto urbano risente di questa voglia di rinnovamento. Gli edifici storici rimasti in piedi erano pochissimi, perchè i bombardamenti sono stati davvero pesanti a causa della fabbrica d'armi, gloria della città.

Adesso, il polo industriale risente della crisi nazionale e arrivando il centro, il distacco è davvero molto dai panorami umbri a cui siamo abituati. Ci siamo arrivati in una serata di quasi ferragosto e da piazza San Francesco fino all'intera via dei Fratini, l'atmosfera era davvero vivace: happy hour e bevute a basso costo fino a tarda notte.

Ci siamo fermati a cena alla Fattoria Urbana, un posto davvero insolito, nel quale fare colazione, pranzo, merenda, cena con alimenti sani e genuini, provenienti dalle aziende agricole della zona. Basta dare un'occhiata al menù: i piatti sono semplici ma vi assicuro che i sapori sono autentici. Non ho mai mangiato un pomodoro così buono!


I prezzi non sono economici, ma in questo caso si premia la qualità. Provate l'hamburger e rimarrete sorpresi: non vi svelo nulla! La scelta è davvero tanta: pasta fatta a mano (la specialità di Terni sono le ciriole), focacce, taglieri di salumi e formaggi. Dividendo i vostri piatti, riuscirete a risparmiare un po'.

Terni è poi la città dell'amore, perchè è la patria di San Valentino, che in realtà ho visto candido e benedicente sotto forma di statua, in mezzo a una rotonda verso la via delle Cascate delle Marmore, altra tappa da non perdere se vi trovate in zona.

Ma andiamo con ordine, prima di arrivare e Marmore, aguzzate gli occhi e guardate bene... quel delizioso paesino arroccato su un'altura, un po'nero, che sembra spuntare dal niente merita una visita. Eccoci a Papigno, dove una porta si sussegue all'altra e qui si respira il tripudio di umbrietudine! ;)


Tutto appare molto curato e allo stesso tempo decadente: i giardini, gli orti, gli intonaci e gli infissi. Non saprei spiegarlo bene, se non con le parole di una signora che si è fermata a raccontarci la storia del suo paese, ormai dimenticato.

"Una volta a Papigno c'era tutto: il teatro e persino una sartoria! Ci abitavano gli operai della centrale idroelettrica, ma ora l'hanno chiusa e qui ci abiteranno neanche 1000 persone". La centrale (da cui passerete sulla strada delle Marmore) è quella in cui è stata girata La vita è bella di Benigni, che ha ambientato a Papigno anche Pinocchio.

La gente del posto sperava molto nell'industria cinematografica, ci spiega ancora la signora, ma "non se n'è fatto nulla!". Intanto la donna annaffiava i fiori di un giardino pubblico, incolto ma con una vista panoramica sulla valle ternana e sulle sue industrie.


Su suo consiglio, abbiamo comprato un panino da Farinelli, un'azienda agricola che ha aperto un alimentari proprio sulla strada per vendere al pubblico i suoi prodotti. Per due panini, davvero buoni e abbondanti, abbiamo speso 4€. Mi rammarico ancora che la porchetta fosse finita!

Tornando all'itinerario, la prossima tappa sono le Cascate delle Marmore, che sono un po' le Niagara falls nazionali. Meta imprescindibile per chi si trova nella zona, gioiello della verdissima Valnerina. Valgono la pena? Decisamente sì! Sono all'altezza di ogni aspettativa!

Il biglietto intero costa 9 € e permette di accedere sia dal Belvedere inferiore sia da quello inferiore nell'arco dell'intera giornata. Se non avete molto tempo a disposizione per visitare tutto il territorio delle Cascate, vi consiglio di accedere dal basso: la vista è davvero fantastica. 


Alla biglietteria, ci si può prenotare, versando una somma aggiuntiva, anche alle visite guidate, che interessano anche l'aspetto botanico della zona. E'disponibile anche una navetta per farvi raggiungere in maniera più comoda i diversi punti panoramici.

Tenete poi presente che l'acqua viene rilasciata seguendo orari precisi, che cambiano in base al giorno della settimana, ma in linea di massima assicura un flusso massimo in orario mattutino (10-13), pomeridiano (16-18) e serale (21-22). Consultate il sito e non disperate, negli altri orari i corsi d'acqua sono meno rigogliosi, ma meglio fotografabili ;)

Ci sono diversi percorsi di visita e noi abbiamo deciso di dedicare un'intera giornata alla visita, esplorandoli quasi tutti (abbiamo lasciato fuori solo il numero 3). Alla fine, la scelta è stata azzeccata perchè oltre alle cascate, anche la zona verde e rigogliosa dei dintorni è davvero interessante.

Abbiamo cominciato con il percorso 4 dal Belvedere inferiore: è l'unico che permette di vedere interamente i tre salti della cascata. Infatti è anche uno dei più scelti dai turisti, perchè è uno dei meno faticosi e permette di vedere le cascate nella loro interezza.

Siamo poi risaliti, seguendo il percorso più storico, il numero 1, che con 20 minuti di camminata fa raggiungere il Belvedere superiore, molto meno scenografico. Seguendo il sentiero ci siamo fermati al Balcone degli Innamorati, un terrazzino dietro al primo salto della Cascata, raggiungibile tramite un tunnel scavato nella roccia. Armatevi di impermeabile: se vi affacciate farete una bella doccia!


Anche le cascate si legano alla leggenda di San Valentino. Si narra infatti che fu proprio lui a battere un bastone nella roccia e a far scaturire il corso d'acqua, somigliante a un "velo di sposa" per dimostrare la purezza della bella Nerina, che dà il nome alla valle umbra in cui ci troviamo.

Il percorso 2, invece, permette di passare in mezzo alle cascate, attraverso scalette e ponti di legno. Il panorama è meno grandioso, ma più dolce e si è proprio immersi nella natura. E'adatto anche ai bambini, per il basso dislivello e la facile percorrenza.

Abbiamo lasciato per ultimo il numero 5, il più nuovo dei sentieri. Dura circa un chilometro, in cui la passeggiata è alternata a testimonianze di archeologia industriale: vasche di raccolta, turbine e... poi mi sono annoiata e tanto era il caldo che ho perso la concentrazione. Andateci se siete davvero motivati! 


A un quarto d'ora di auto, troverete un borghetto che è davvero un gioiellino. Si trova, per ragioni a me inspiegabili, in provincia di Rieti e si chiama Labro. Cos'ha di speciale, oltre alla manifestazione estiva Calici di stelle? E' bianchissimo ed è vuoto. Una volta oltrepassata la porta di ingresso, ve ne accorgerete.

Un negozio di abiti, uno di pietre preziose, una chiesa, un castello che sembra una villa, un torrione, un albergo diffuso e un ristorante. Per il resto, case di pietra bianca, come tutto il resto: le strade, le scalinate... è un piccolo labirinto candido, questa Labro, con una posizione panoramica favorevole per godersi la bellezza del Monte Terminillo.

Al di là di qualche passante o di qualche piccolo gruppo di persone intorno ai negozi, non ho incontrato nessuno, godendomi il piacere del vero silenzio. Fino a quando, non ho sentito provenire da un terrazzino "Acqua azzurra, acqua chiara...", con un accompagnamento di chitarra. Mi sono seduta, assaporando il piacere di un concerto improvvisato, al tramonto, in questo paesino delle fiabe.

Se ne avete abbastanza di camminare, la prossima tappa fa per voi: Piediluco, il secondo lago più grande dell'Umbria. che assieme al fiume velino, alimenta le Cascate delle Marmore. Il paese che si affaccia sulla distesa d'acqua, sembra un borghetto marittimo delle Cinque Terre: casine colorate con finestre fiorite e vicoli strettissimi.

E'un posto tradizionale da villeggiatura, dove si possono fare gite in barca, distendersi in una delle spiagge di sabbia o di erba, prendere un aperitivo in uno dei suoi localini. Quando siamo arrivati, si stava preparando l'apertura della Sagra de lu Samerinu, il carbonaretto, pesce tipico di lago, fritto e poi arrostito.

Noi abbiamo cenato con vista lago a la Giosefatta, un romantico ristorante, nascosto negli intrichi dei palazzi interni. All'inizio non eravamo rimasti molto contenti del servizio spiccio, ma i piatti di pesce erano davvero buoni, soprattutto i gamberetti di lago, e la location perfetta per una cenetta a due.

giovedì 28 agosto 2014

FF, gelati e cocktail alle porte di Terni

Vicino al nostro bed and breakfast, poco fuori da Terni, si trova questa bella gelateria, FF, segnalata come una delle migliori della città. L'abbiamo provata una domenica sera ed abbiamo faticato a trovare posto a sedere, tanto il locale era pieno.

L'ambiente interno non è molto grande e non sono riuscita a osservarlo bene perchè ci sono rimasta giusto il tempo di pagare il conto. La mia attenzione è stata rapita da una libreria culinaria e soprattutto, da sculture di frutta, che sembravano delle opere di kirigami giapponese ed erano il risultato di un corso a tema.

Il nostro tavolino era sul cortile esterno, dove il bianco e il nero erano i colori predominanti, e una candida tettoia riparava dal rischio di pioggia. Quando la cameriera ci ha portato il menù, sono rimasta sorpresa in primis da prezzi e poi dalla varietà.

La lista prevedeva una scelta ampissima: da gelati in coppette tradizionali a cocktail sofisticati. Abbiamo scelto quella che per me era un'offertona da non lasciarsi sfuggire: coppa di gelato cioccolato e stracciatella e flute di Asti Martini, la Martini Cup appunto.

Costo? 8 €. L'atmosfera era davvero viva ed è frequentata da gente di tutti i tipi: giovani in chiacchiera davanti a una bevuta, famiglie con bambini, anziani in cerca di un po'di arietta fresca, pochissimi turisti. Se vi trovate in zona, vale la pena fermarsi per un peccato di gola.

mercoledì 27 agosto 2014

Pedaso, bandiera blu delle Marche

"Non ho voglia di tornare a casa!" e fu così che abbiamo imboccato la prima uscita autostradale che ci è capitata. Ci siamo ritrovati a Pedaso, un paesino delle Marche che si affaccia sul mare, premiato con il riconoscimento della Bandiera Blu.

La provincia è quella di Fermo e i dintorni non sembrano particolarmente eleganti, ma appena oltrepassato il sottopassaggio che porta alla spiaggia, di sabbia e ghiaia, il panorama cambia. L'orario era quello del tramonto ed in effetti con il cielo dai colori rosati, il mare assume un bellezza particolare.

Foto di F. Bartolini
Il lungomare di Pedaso però è davvero particolare, intervallato da scogliere, termina con un bel faro, che si dice sia il simbolo della cittadina, e alle sue spalle, la ferrovia, che la sera ha un che di romantico. Forse ho reso più poetico di quello che è un paesaggio di mare, ma in quel momento ero davvero entusiasta di trovarmi lì.

La passeggiata è dedicata ai cantautori italiani, di cui si scorgono i volti in tondi di ceramica. Ogni sottopasso è dedicato ad un cantante specifico e l'iscrizione "Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori" è una delle mie massime preferite: come facevo a non innamorarmi della galleria dedicata a De Andrè?!

Abbiamo poi proseguito all'interno, dove abbiamo trovato un'atmosfera molto viva: la gente affollava i giardinetti pubblici, le pizzerie al taglio e i localini da aperitivo. Sul mare c'erano le prove di un concerto che si sarebbe svolto in serata e stavano montando i banchetti di un mercatino per l'inaugurazione della tradizionale Sagra della Cozza.

Indovinate un po'dove abbiamo mangiato?! Alla Sagra, ovviamente! Low cost, saporito e a contatto con la gente del posto. Abbiamo saputo che nei giorni precedenti si era svolta la festa degli gnocchi e nei successivi, ci sarebbe stata quella degli arrosticini: oltre al mare, non si rinuncia al buon cibo a Pedaso! ;) 

Mi è piaciuto molto questo paesino scoperto per caso: ci si respirava l'aria rilassata delle vacanze e la genuinità della gente marchigiana. Penso proprio che ci tornerò per una giornata di mare e relax, ma prima di partire, consulterò il calendario delle sagre.

martedì 26 agosto 2014

Umbria: itinerario tra borghi storici e buona cucina

Le giornate passate in Umbria non sono state molto rilassanti per me: troppe cose da vedere, troppe strade da percorrere, troppe persone con cui parlare. E'una regione compatta e ricca e i suoi innumerevoli borghi sono davvero dei posti senza tempo, in cui assaporare il piacere del silenzio.

Ne abbiamo visti davvero tanti, ma nell'itinerario che vi proporrò troverete quelli che ho preferito, attraversando la parte orientale e meridionale dell'Umbria. Noi siamo arrivati dalle Marche e la prima sosta è stata a Cantiano, poco prima della Gola del Furlo, che vi consiglio per la bellezza naturalistica.

Anche questo è un piccolo borgo, a prima vista meno affascinante di quelli che abbiamo trovato, una volta varcato il confine regionale, ma una vale una breve fermata. Ci siamo arrampicati sulla ripida e veloce salita fino alla rocca, che purtroppo era un vero e proprio rudere: bello il panorama, ma non è valsa la fatica sotto il sole d'agosto.


E'però il paese delle amarene, che già nei primi anni del Novecento erano le preferite dal Re d'Italia. Nel periodo postbellico inoltre, furono riconosciute ai frutti di Cantiano proprietà antinfiammatorie potentissime. Ancora oggi, vengono vendute nel bar della piazza centrale, insieme al prelibato vino di visciole.

Arrivati in Umbria, la prima tappa è stata Gualdo Tadino, di cui ho apprezzato l'acqua freddissima delle fonti: per questo on the road, ho beccato la giornata più calda della stagione ;). Non per niente è la patria della Rocchetta e nel centro troverete diverse fontanelle antiche, da cui sgorga l'acqua preferita delle Miss.


Abbiamo lasciato la macchina al parcheggio dell'ascensore, che ci ha portati di fronte al Museo dell'Emigrante, dal quale abbiamo proseguito e siamo arrivati alla piazza principale. Un giro per le vie del borgo, animato quel giorno da un mercato di prodotti di ogni genere, vi mostrerà tutto quello che nell'immaginario comune è Umbria.

Vicoli stretti, fiori alle finestre, ceramiche decorate, l'altra eccellenza della cittadina: vasi e piastrelle che raccontano episodi storici e scene di vita quotidiana. Siamo riusciti a dare uno sguardo alla 3° Mostra Internazionale dell'Arte Naif, allestita in un'antica chiesa: per una che ama il colore come me, è stata una vera gioia passeggiare tra quei quadri.


Vicino a Gualdo Tadino, si trova Trevi, un borgo arroccato e bellissimo. Ogni finestra meriterebbe una foto, ogni palazzo una fermata. Qui ho davvero assaporato il silenzio, di cui prima parlavo. Pochi, pochissimi turisti e pochi i negozi aperti.

Mi sono goduta una passeggiata nelle stradine antiche, curiosando nelle buie chiese. La prelibatezza del posto è l'olio, che addirittura viene considerato dagli esperti uno dei migliori al mondo, ma non ho avuto la fortuna di provarlo. 

Abbiamo poi proseguito fino alla località del nostro alloggio, Collescipoli, distante più di un'ora da Trevi, poichè si trova poco sotto Terni. Il borgo è stata una vera propria sorpresa: non lo aveva segnalato la nostra Lonely Planet ma ci è venuta la curiosità di visitarlo e...abbiamo fatto bene!


Innanzitutto è vivissimo d'estate, grazie a due manifestazioni, Jazzit e il Festival Hermans, che si teneva proprio nei giorni del nostro soggiorno. Quest'ultimo prende il nome da un prezioso organo conservato in una delle chiese, di solito chiuse del paese, ed è una manifestazione legata alla mondo artistico internazionale, che organizza concerti durante tutto l'anno.

Passeggiare per le strade e sentirne la musica è stato davvero emozionante e siamo stati molto fortunati a trovare un portone aperto: l'interno della chiesa era un tripudio di decori!! I segnali stradali poi sono stati rinnovati negli ultimi anni e decorati dall'artista Clet che ha dato sfogo alla sua fantasia: il contrasto tra il contemporaneo sovversivo e il tradizionale è davvero azzeccato.


Eccoci arrivati all'ultima tappa dell'itinerario, a pochi minuti da Collescipoli: Stroncone. Anche questo è un borgo storico sulla Via Francigena, racchiuso da antiche mura, in cui si respira un'atmosfera lontana. Qui ci siamo concessi una bella sosta al ristorante La Mola.


Non lasciatevi ingannare dagli arredi elegantissimi: il ristorante propone menù convenienti, con specialità umbre e pasta fatta a mano. La proprietaria ci ha invitati a visitare la grotta sottostante, utilizzato una volta per la conservazione dei beni alimentari. 

Un ottimo posto per cene romantiche e prenotando con anticipo, si possono organizzare cene a tema nel privè, il Grottino dei desideri. Vicinissimo a Terni, la città di San Valentino, è un posto da ricordare per ogni coppia innamorata. 


mercoledì 20 agosto 2014

Le storie di Bambù, dormire nella campagna umbra

Quanti bed and breakfast e hotel abbiamo visionato quest'anno per partire per qualche giorno di vacanza!! Nessuno sembrava andare bene: prezzi troppo alti e posizioni irraggiungibili sono state gli scogli più grandi fino a quando non ci siamo imbattuti ne Le storie di Bambù. Ci è sembrato subito perfetto!

Innanzitutto la posizione era quello che cercavamo. Si trova poco fuori il borgo di Collescipoli, in provincia di Terni e quindi in pochi minuti di auto si raggiunge il centro città, pur essendo in campagna. In una ventina di minuti si raggiungono la Valnerina e le Cascate delle Marmore. Narni è altrettanto vicina, ma in poco più di mezz'ora si raggiungono anche Spoleto e Todi. 

Nello stesso edificio troverete una bottega alimentare e infondo alla strada pizzerie e ristoranti. nel borgo poi ci sono tutti i servizi di prima necessità. Insomma, una base perfetta per visitare la zona.

Come dicevo, il fatto di essere in campagna gli conferisce un fascino particolare. La bella casa è dotata di un bel giardino con vista e la nostra camera, con ingresso indipendente, si affacciava proprio sul patio: che bello stare a chiacchierare al fresco, distesi sulle sdraio, la notte di San Lorenzo!

Era un vero toccasana dopo le camminate giornaliere. Per non parlare della colazione... iniziare la giornata con un panorama verde non può che far rilassare e mangiare le torte della signora Eleonora (quasi tutti i giorni la ricetta era diversa) era un vero lusso.


La nostra stanza, sui toni dell'azzurro e del legno chiaro, era davvero molto spaziosa. Quello che ho molto apprezzato è la cura dei dettagli: i bambù disegnati sulla specchiera e sulla zuccheriera e stilizzati sul portachiavi; panelli in legno decorati nella sala comune e nella stanza uccellini e nuvolette dello stesso materiale; un quadro con cartoline del mondo e foto di viaggi, nonchè manifesti di film (a noi era toccata La mia Africa).

Ne veniva fuori un tocco personale e molto particolare che rendeva l'ambiente intimo e adatto ai viaggiatori. Il bed and breakfast in effetti si adatta alle esigenze di tutti, sia per le famiglie sia per coppie in cerca di un rifugio romantico. 


Mi sono innamorata dei quadri alle pareti con paesaggi del posto: le Cascate delle Marmore, le montagne che sembravano proprio quelle che si vedevano dal giardino, alberi colorati. Parlando con Eleonora, mi ha detto che era lei a farli insieme al fratello: una famiglia di artisti!

Entrambe ci sono stati molto utili con consigli su posti da visitare e ristoranti da provare. I dépliant a disposizione dei visitatori sono molti e se chiedete, vedrete che i proprietari cercheranno di aiutarvi con ogni vostra richiesta.

Nella sala comune, si può usufruire della cucina per i pasti e nella nostra stanza avevamo anche un tavolinetto sul quale poter mangiare liberamente. Non siamo riusciti a sfruttarlo: la cucina umbra è troppo buona!

Infine il prezzo: uno dei più onesti che abbiamo incontrato negli ultimi anni. 50€ per camera matrimoniale a notte. Mi sa proprio che sarà uno dei posti da etichettare con un bel "tornarci". :)

martedì 5 agosto 2014

Assalto alla Rocca a Serravalle Pistoiese

Ho un debole per le feste estive di paese e questo fine settimana sono andata per la prima volta a Serravalle Pistoiese, un borgo arroccato su un colle tra Montecatini Terme e Pistoia, di cui non si può non notare la torre svettante quando si percorre l'autostrada A11 in direzione di Viareggio.

L'occasione era la quarta edizione dell'Assedio alla Rocca, una rievocazione storica di un assalto realmente accaduto nel 1300, quando Guelfi neri fiorentini e lucchesi provarono ad espugnare la fortezza di Serravalle con balestre, archi e macchine da guerra.


La ricostruzione è stata fatta in una piazza antistante al castello del paese, a cura di diversi gruppi storici, toscani e non. Devo dire che è stata molto emozionante, con diversi personaggi che recitavano e un narratore che spiegava gli avvenimenti. I bambini avevano le bocche spalancate e onestamente non avevo mai visto un trabucco all'azione (per chi, come me, è digiuno sull'argomento, è una sorta di catapulta).

Nel pomeriggio aveva già aperto l'accampamento, dove, oltre alle tende e ai bivacchi dei guerrieri, si potevano ammirare i banchi del notaio, del chirurgo, della ricamatrice: ogni professionista, in vesti d'epoca, spiegava come funzionava il suo mestiere, quali strumenti utilizzava e quali erano le difficoltà. Dopo la chiacchierata con la "chirurga", ho rivalutato in positivo il mio dentista! :)

C'è stato anche un bello spettacolo di falconeria, che ha coinvolto i bambini in prima persona: con un grosso guanto in pelle e sotto la supervisione del falconiere, l'uccello si fermava proprio sul loro braccio. Alcuni contenti, altri impauriti..anche gli adulti che hanno partecipato con acrobazie più ardite avevano le stesse facce attonite.


Per cena, abbiamo mangiato all'Osteria: un tagliere di salumi, formaggi, fagioli e torta salata e un mix di torte dolci. C'era la scelta anche con carni e zuppe della tradizione toscana e per chi aveva prenotato, anche un banchetto con pietanze medievali nel loggione. I tempi di attesa sono stati un po'lunghini e il posto a sedere non era tanto, ma la festa era gratis e gestita pressoché da volontari: di cosa ci si può lamentare?!

Abbiamo fatto una passeggiata fino alla semplice chiesa di Santo Stefano, racchiusa in una piazzetta. Oltrepassando un vicolo, si raggiunge un chiostro. Purtroppo non sono potuta entrare, ma in generale l'atmosfera del borgo è davvero suggestiva: vale una breve visita, se vi trovate nei dintorni.


C'è stato poi lo spettacolo dei lanci infuocati dal trabucco e il programma prometteva che anche balestre ed archi avrebbero scagliato frecce ardenti: in realtà ci sono stati 4 lanci dalla catapulta e basta. E'stata un'esibizione scenografica... peccato sia durata così poco!

Per la domenica, erano in programma due diverse rievocazioni: il giuramento del podestà e il suo insediamento nella Curia di giustizia e il processo penale in lingua volgare, ricostruito sulla base di documenti del 1400.

lunedì 4 agosto 2014

Io viaggio da sola, un libro per ogni viaggiatrice

Mi sono imposta di leggere questo libro un capitolo al giorno, perchè altrimenti lo avrei finito in un paio d'ore. Dalle prime righe, annuivo, sorridevo e sottolineavo: potrei averlo scritto io, mi sono detta. Io viaggio da sola di Maria Perosino (Einaudi) dovrebbe essere letto da ogni donna che ama andare, che si perde nelle città che frequenta per lavoro o per passione, che non si vergogna ad andare al ristorante da sola.

Forse è meglio mangiare le ostriche in due invece che da soli, ma non mangiarle del tutto è ancora peggio.

Ad essere sincera, le ostriche non mi piacciono e sono più golosa di filetto o semplicemente di pizza, ma se sono in giro da sola e mi accontento di un panino cartonato al primo bar che mi capita e lo trangugio in fretta, senza godermi il piacere di gustarmi i sapori... beh, il mio umore peggiora di sicuro!

Essere esigente con me stessa è una cosa che ho imparato con il tempo. Non ci si deve mettere da parte solo perchè si esce senza accompagnatori: vestiamoci come più ci piace, prendiamoci il nostro tempo, rallegriamocene. Non è un dramma andare in giro con noi stesse.

Ancora però sono una novellina: non ho ancora avuto l'occasione di andare in viaggio, per qualche giorno, da sola. Ho fatto lunghi viaggi in macchina e in treno senza nessuno vicino, sono andata al ristorante, ho camminato per strade sconosciute, ho visitato posti nuovi, senza il bisogno di compagnia, ma il pallino di stare per qualche giorno con me stessa ce l'ho e forse sarà uno spunto per una mia prossima destinazione.

La Perosino parla del modo in cui portare le valigie, senza avere il bisogno di un forzuto accompagnatore: chi l'ha detto che quando siamo da sole, dobbiamo accontentarci di un misero zaino? Racconta del piacere di viaggiare in treno, un amore che condivido. 

Descrive anche eventuali accompagnatori e accompagnatrici di viaggio e il loro modo di modificare le dinamiche della vacanza. Spiega poi il concetto di vacanze intelligenti, esponendo concetti forse scontati ma mai banali.

E'intelligente andare alla National Gallery, se non ci importa niente di arte e quadri? E'intelligente fare trekking sul Monte Rosa, se camminare ci affatica terribilmente? E'intelligente fare shopping in via Montenapoleone, se le uniche marche che conoscete sono quelle dei vestiti?

Per Maria (e ancora una volta, anche per me), la vacanza intelligente è quella fatta su misura, quella calibrata sui nostri interessi e sulle nostre tasche. Non dobbiamo per forza salire sulla Torre di Pisa, se la nostra Lonely Planet la mette tra una delle cose imperdibili da fare in Toscana, magari avremmo più soddisfazione a stenderci in Piazza dei Miracoli per riposarci alla maniera pisana.

A volte si tratta di riscoprire i luoghi in cui si vive: chi lo ha detto che è necessario andare dall'altra parte del mondo per divertirsi? I modi di viaggiare sono talmente tanti e talmente personali che darne una definizione è impossibile. Per me sono accomunati solo da tre caratteristiche: apertura, curiosità e meraviglia.

Apertura verso l'incontro con l'altro e con quello che si ha intorno; curiosità a 360° e occhi tondi di stupore di fronte alla bellezza del mondo: secondo me si viaggia così. Chi sono io per criticare chi lo fa andando a Gatteo Mare, piuttosto dell'avventuriero che scala il Nanga Parbat?! E poi, il viaggio è solo spostamento?

Scusate, sto divagando, ma i pensieri della Perosino mi hanno dato modo di pensare e ripensare a quello che per me è una parte essenziale della vita. Attraverso i viaggi sono cresciuta, mi sono innamorata, ho fatto amicizia e ho scoperto nuove passioni. E per voi, cos'è viaggiare?

Recanati e Loreto, due posti da vedere nelle Marche

Le Marche sono una regione completa, dove troverete mare e montagne, buona cucina e cultura. Proprio in queste terre, infatti, si sono svolti avvenimenti molto importanti per la storia della nazione, soprattutto in paesini che adesso vivono del turismo annesso ai musei e ai monumenti che ospitano.

Nella zona centrale, proprio vicino a Sirolo e al Monte Conero, arriverete a due imperdibili tappe: Loreto e Recanati. Raggiungibili facilmente: dalla A14 uscite a Porto Recanati- Loreto e in pochi minuti vi troverete di fronte uno dei santuari più famosi del mondo.

Ospita infatti la Casa della Madonna, trasportata da Nazareth in circostanze misteriose. Si è sempre creduto che fossero stati gli angeli a far volare l'abitazione scavata nella pietra fino alla sua collocazione attuale, ma ricerche archeologiche (che hanno attribuito la veridicità del reperto attraverso graffiti trovati sui mattoni) hanno avanzato l'ipotesi di un trasporto su nave, dopo l'espulsione dei crociati dalla Palestina.
Foto di F. Bartolini
Insomma, il mistero che avvolge tutti i miracoli c'è e i fedeli che si recano in pellegrinaggio anche: Loreto ne è piena! Provengono da tutto il mondo, ma ancora pochi ci si recano a piedi, compiendo l'ultimo tratto in ginocchio, come si può vedere dai pavimenti consumati; oggi si preferisce la macchina, come si può vedere dai parcheggi pieni.

Il Santuario è però un vanto per i marchigiani ed in effetti quando si scorge dalla strada l'architettura che "abbraccia" la piazza l'effetto è davvero suggestivo. Anche l'interno della basilica è maestoso e vedrete ori e affreschi in ogni dove. La casa è una stanza buia con la famosa Madonna nera, patrona degli aviatori, che brilla nella sua veste aurea, in cui si può sostare solo per poco tempo.

Mi sono incantata di fronte alle opere di Angelo, affrescatore di marciapedi: le sue riproduzioni di quadri famosi erano davvero belle ed è riuscito a creare effetti visivi davvero impressionanti. Vi consiglio una sosta al Caffè Bramante, uno dei bar storici della città, proprio di fronte al santuario.

In una decina di minuti di auto, passando tra strade immerse nelle verdissime campagne marchigiane arriverete poi a Recanati. Il panorama non me lo son goduto più di tanto perchè il tempo non era dei migliori e forse l'ho immaginato un po'più fiabesco di quello che in realtà è: aspetto un vostro feedback ;)


Comunque, come sapete dalle innumerevoli volte in un cui il vostro prof di lettere al liceo ve lo ha ripetuto, Recanati è il paese di nascita di Giacomo Leopardi, uno dei massimi poeti italiani che però a me è sempre rimasto un po'antipatico (vi anticipo che no, lo giuro, non mi è cominciato improvvisamente a piacere dopo la visita alla sua Casa).

Deliziose indicazioni vi mostreranno il tragitto alla scoperta dei luoghi dell'uomo di cultura italiana, perchè di quello si tratta: non era solo bravo a comporre liriche, ma si è interessato di medicina, di disegno, di chimica. Insomma, il sapere enciclopedico che il padre Monaldo voleva trasmettere alla famiglia e al popolo con l'istituzione della sua biblioteca aperta al pubblico ha trovato la sua incarnazione nel figlio maggiore.

Potrete visitare Casa Leopardi, che si trova poco dopo la dimora della famiglia materna Antici (fate attenzione ai palazzi antichi che troverete lungo la camminata, perchè son davvero belli), in una piazzetta in cui si trova anche la chiesa in cui è stato battezzato e la presunta casa della famosa Silvia (che poi era Teresa...).

Foto di F.Bartolini
Il biglietto intero costa 7 € e vi permetterà di vedere le cantine della famiglia, che continua ancora oggi a produrre vini pregiati; una mostra dedicata alla famiglia del poeta e alla passione per i libri inserendola nel contesto storico di riferimento e il palazzo vero e proprio.

In realtà entrerete in un maestoso ingresso con la vostra guida (non è possibile fare visite libere, il giro dura una mezz'ora circa) e poi raggiungerete la famigerata biblioteca, perchè la casa è ancora abitata dagli eredi ai piani superiori. Le informazioni che vi darà il vostro cicerone saranno davvero tante e vi faranno considerare tante cose.

Come il fatto che durante la Seconda Guerra Mondiale, un generale tedesco rapito dal fascino dei libri antichi dichiarasse casa Leopardi Deutsche Kunstmahnmal, patrimonio artistico tedesco, permettendo che si salvasse da bombardamenti e saccheggi. Noi ci siamo resi davvero conto che tesoro stiamo visitando?

Foto di F. Bartolini
Una volta usciti, il bookshop ha davvero tanti souvenir a tema e poi, un ultimo sforzo: una breve passeggiata vi porterà al Colle dell'Infinito tanto declamato dal poeta. Non sono molto romantica e a questo punto, cos'altro c'è di meglio da fare se non sedersi ad una buona tavola?!

Ho scelto la Trattoria Da Emilio, un posto di una volta. Nessun pezzo d'arredamento alla moda, locale molto funzionale e a dire il vero, piuttosto bruttino. Il gentilissimo cameriere ci ha recitato il menù, ricco di prelibatezze tipiche marchigiane. Vi faccio vedere i miei vincisgrassi bianchi, le lasagne tradizionali con una ventina di strati di sfoglia, e vi dico che i prezzi sono nella media: nient'altro da aggiungere.