martedì 24 giugno 2014

Libri in valigia: 6 consigli per letture on the road

Le vacanze incombono e il momento di fare la valigia è sempre più vicino. Posso rinunciare a un paio di scarpe carine o a una maglietta in più, ma il posto per un paio di libri lo trovo sempre. Libri che mi aiutino a capire meglio il viaggio che sto facendo o che mi raccontino storie lontane, libri di uomini e di donne che hanno in comune con me la passione di girare il mondo oppure che hanno voglia di dare un punto diverso sulla loro terra, libri di luoghi e di persone.

Vi dirò quali hanno lasciato di più il segno.

Il primo è quello che ho letto da quattordicenne Il grande sogno. Il giro del mondo senza un soldo in tasca di Matteo Pennacchi (ed. Piemme). Mi ricordo ancora che finita l'ultima pagina conclusi con un WOW mentale prolungato: la storia è un racconto semplice di incontri e consigli pratici. Quello che apprezzo ancora oggi, a distanza di tempo, è che a volte leggendo libri su imprese eccezionali come questa, l'autore non riesca a nascondere il suo autocompiacimento, l'orgoglio per quello che è riuscito a fare (tante volte giustamente, ma suona sempre un po'autocelebrativo e pomposo per il lettore), mentre Matteo non lo fa per niente. 

Il suo modo di adattarsi, di tessere reti di relazioni e di mantenere saldi i servi con l'entusiasmo è così naturale che anche un viaggio così spartano sembra davvero alla portata di tutti. Chissà se, prima o poi, anche una comodona come me, non decida di mettersi in cammino, con Il grande sogno come guida di viaggio.

Un altro racconto di viaggio che mi ha appassionato è Un giorno, viaggiando: the Lonely Planet Story (EDT) di Maureen e Tony Wheeler, fondatori della celebre casa editrice di guide turistiche. Leggendo il racconto dei due giovanissimi innamorati che partono all'avventura sulla via delle Indie, sembra davvero di vivere l'atmosfera degli anni 70. 

La creazione dei loro primi libri, la fatica di sopravvivere con un lavoro del tutto nuovo, le scelte editoriali: vita professionale e personale si intrecciano ai viaggi degli Wheeler. Una lettura interessante, ma un po'noiosa nelle parti in cui si descrive nei (troppi) dettagli le vicissitudini della Lonely Planet.

Altra storia d'amore, ma cambia l'età e la metà: due vecchietti vanno a Disneyland, scappando dalla famiglia, dall'ospedale, dalla vita di tutti i giorni. Con il loro camper attraversano l'America diretti verso la loro meta e il racconto di posti da vedere si alterna alla storia dei due innamorati, con flashback e amare riflessioni. Si ride e si piange leggendo di Ella e John, che In viaggio contromano (Marcos y Marcos) di Michael Zadoorian sfidano norme e convenzioni sociali diventando gli eroi del viaggio della loro vita.

E poi, un classico, che non può mancare nella biblioteca di tutti gli appassionati di viaggi Un indovino mi disse  (TEA) di Tiziano Terzani, giornalista, scrittore e soprattutto abitante del mondo. "Un indovino gli disse"che nel 1993 avrebbe dovuto fare attenzione agli aerei, perchè era nel suo destino un disastro in cui avrebbe potuto perdere la vita. Terzani non si scoraggia e in quell'anno decide di non prendere nemmeno un mezzo volante senza rinunciare a viaggiare nella sua amata Asia. 

Ecco che quella predizione infausta diventa un'occasione per riscoprire mezzi di trasporto alternativi: macchine, risciò, barche, moto e... piedi. L'ottimismo che viene fuori dalle parole di Terzani è sempre un toccasana per l'anima: un libro da leggere assolutamente.

Cambio genere, Beppe Severgnini e il suo Manuale del perfetto turista (BUR). Chi non conosce il giornalista del Corriere della Sera, i suoi video, la sua battuta facile e la sua candida chioma?! A me fa ridere: lo trovo ironico, intelligente e mai volgare. Così è anche nella raccolta dei suoi bestseller a prezzo low cost: Ogni viaggio è uno spettacolo. A pensarci bene, anche ogni viaggiatore”, scrive. 

Racconta l'Italia e anche un po'l'estero, i suoi luoghi del cuore, le tipologia di turista. Strappa risate e lascia importanti consigli su cosa visitare durante gli itinerari, a volte conosciutissimi, altre del tutto inediti.

Consiglio infine la collana Contromano di Laterza e qui vi potete sbizzarrire. Sono libricini veloci da leggere e da infilare in valigia su mete turistiche e non, raccontate da chi il posto lo conosce bene perchè ci vive o ci è stato da turista (ad onor del vero, trattano anche di altri argomenti, ma quelli a tema geografico sono davvero tanti).

Il mio preferito è Romagna mia! di Cristiano Cavina: leggevo e ridevo, ridevo e leggevo. Il dialetto, il Sangiovese, la vita slow e la genuinità dei romagnoli...ma poi, dove si trova geograficamente la Romagna? Leggete e ne scoprirete delle belle!

Ricordatevi che nelle librerie d'estate troverete buoni sconti sui libri, oltre a quelli già convenientissimi dei siti on line. Il modo ancora più low cost è quello di fare un salto in biblioteca: aria condizionata e ampia scelta assicurati! ;) 

giovedì 12 giugno 2014

Mercato Centrale di Firenze, vale la pena?

Dopo l'unificazione d'Italia, alcune città vennero risanate e a Firenze, allora capitale, venne costruito il Mercato Centrale, proprio a ridosso delle tradizionali bancherelle di San Lorenzo. Il grande edificio, in ghisa, ferro e vetro, era frutto delle avanguardie architettoniche del tempo e divenne la meta per tutti i cuochi e i buongustai della città fino a un periodo di immeritato declino.

Dopo un'opera di accurato recupero, il Mercato è stato inaugurato nella primavera di quest'anno e finalmente sono riuscita ad andare a dare un'occhiata. Il piano inferiore è rimasto lo stesso: pensate a un classico bazar coperto, dove gli odori di pesce, verdura e fiori si mescolano...avete visualizzato nella vostra mente? ecco, è proprio così. Potete farci spesa fino a mezzanotte.

Salendo delle scale mobili l'atmosfera cambia al primo piano e la prima cosa che si nota è una gigantesca campana di vimini che fa da lampadario. Lo spazio è luminosissimo, grazie alle pareti di vetro, che però d'estate sono un'arma a doppio taglio: l'effetto serra è assicurato e ieri sera era davvero caldo. Tutto è arredato in maniera sobria e le piante verdi rendono tutto molto più familiare.

Per chi, come me, ci si trova per la prima volta, è un po'difficile orientarsi e decidere da dove cominciare: oltre alla macelleria, pescheria e forno, troverete anche il banco delle birre artigianale, il punto vendita Eataly, la scuola di cucina. 


Il mercoledì è il giorno giusto per andarci in orario di aperitivo perchè fino a fine giugno verranno organizzati in questa serata concerti jazz: Street band&Street Food. I negozianti infatti avevano preparato le loro specialità in versione stuzzichino.

Abbiamo cominciato con tartarre di salmone (2 €) al banco del pesce e polpette di pollo al curry (1€ l'una) dal polpettaro (il termine l'ho inventato io, ma da lui si vendono solo polpette), ricottina di bufala a forma di stella (2 €), bruschette di bresaola e robiola (5 €) e tagliere di formaggi europei (12 €) al bancone dei formaggi. Abbiamo diviso i piatti per degustare un po'tutto e devo dire che le porzioni sono abbondanti: sono uscita con la pancia piena. 


La genuinità delle pietanze e il sapore dei cibi si capisce dal primo morso e mangiare in un posto così luminoso con sottofondo musicale è stato davvero rilassante. Unico neo: l'acqua un po'cara a 1.50€.

Ho finalmente provato anche la pizza napoletana, ovviamente in un'altra occasione, altrimenti mi sarei candidata a Men vs Food. Perchè la pizza è proprio quella verace, alta ma non molliccia. I gusti sono tradizionali, con pochi condimenti, perchè è l'impasto ad essere veramente buono.

Abbiamo dovuto aspettare un po', perchè la pizzeria è davvero presa d'assalto, soprattutto da studentesse americane, impazienti di mangiare il must italiano per eccellenza nel settore cibo. Il prezzo si aggira sugli 8€, ma vi assicuro che ne vale la pena.



Mi rimangono ancora da provare tanti tanti piatti: la mozzarella di bufala, la pasta fatta in casa, i taglieri di affettati, il fritto misto. Di sicuro, è una meta imperdibile a Firenze: per la gente del posto, dà la possibilità di provare sempre qualcosa di nuovo proprio in un luogo storico; per i turisti, è un posto insolito dove mangiare sano e tipico, in una location davvero d'effetto.

Un piatto è qualcosa di più di quello che mangi, si legge su un cartellone appeso alle pareti, ed al Mercato Centrale è davvero così. Mangiare diventa convivialità, tradizione, cultura, ma soprattutto gusto, un senso che spesso sacrifichiamo in nome del cibo veloce senza qualità.

lunedì 9 giugno 2014

Marocco: una mostra di foto a Rimini

Un viaggio è la tua fame di luoghi e colori nuovi, genti e cose straniere, visioni diverse più grandi di te. Il desiderio di fare passi a piedi nudi, la curiosità di riflettersi in quegli occhi che ti scrutano, la forza di avvinghiarsi a gambe mentre si muovono rapide poi diventano immobili, il senso di sfiorare mani che toccano.

E' Fabio Franchini che scrive, ma potrei averlo scritto io o chiunque ami andare in giro per il mondo con le braccia e il cuore aperti a raccogliere nuove esperienze. Si viaggia con i sensi e con le emozioni: si guardano orizzonti sconosciuti, si toccano frutti mai visti, si sorride con persone che non parlano la nostra lingua.

Fabio racconta il suo viaggio in Marocco attraverso le sue fotografia e sembra di viverli davvero quei luoghi: il freddo del deserto, il fetore della conceria più antica del mondo, i colori degli abiti illuminati dal sole, gli occhi dei bambini che chiedono.

Avete tempo solo fino a giovedì per andare a dare un'occhiata alla sua mostra personale a Rimini, presso la sede di Cambia-menti di via Tonini,  dalle 19 alle 21

Monte Titano, fino alla cima di San Marino

Per arrivare a San Marino Città, potete scegliere tra la macchina, la funivia o i piedi, che saranno il mezzo di trasporto più lungo, ma anche quello più economico e avventuroso. Partendo infatti da Borgo, vi inoltrerete in una stradina dietro alla piazza principale che inizierà a salire verso il Monte Titano.

Il sentiero è tracciato tra la boscaglia, poco fitta in estate, ed è lungo poco meno di un chilometro. Non è molto largo e in alcuni punti sono stati aggiunti scalini o funi su cui fare leva per salire più agevolmente. In effetti un po'di dislivello c'è, ma se ci sono riuscita io a completarlo, di sicuro non è cosa da esperti trekker.

Foto di F. Bartolini
Ogni tanto i balconi naturali offrono delle viste mozzafiato sulla valle e una volta arrivati sulla cima, arriverete ad un parcheggio (ahimè, non così naturalistico e romantico), dal quale potrete proseguire verso il Passo delle Streghe.

Il sentiero, scavato nella roccia, collega le Torri di San Marino ed è un percorso molto suggestivo, soprattutto al tramonto. Tra la prima e la seconda torre, però, una piccola deviazione dalla strada principale, vi offrirà scorci inaspettati.

Scendendo lungo una stradina a ridosso dal costone, arriverete in una "zona ristoro": uno spiazzo scavato nella roccia, sulla quale potrete stendervi a riposare o fare un picnic in un'insolita location. E'un punto davvero magico, proprio al di sotto del famoso Passo.

Foto di F. Bartolini
Salendo qualche gradino, sarete perfettamente tra la prima e la seconda torre, in un punto con una visuale a 180° sulla valle. Ammetto la mia fifonaggine: non ce l'ho fatta a salire, avevo troppa paura! La scaletta termina su una roccia non molto grande, con al di sotto lo strapiombo di roccia.

In questi casi, è inutile fare gli eroi: il panorama è bello, ma se avete paura dell'altezza o avete poca preparazione fisica, non obbligatevi a farlo a tutti i costi. La prima sicurezza che possiate trovare in mezzo alla natura è la vostra rilassatezza fisica e mentale.

Foto di F. Bartolini

mercoledì 4 giugno 2014

Scoprire il bianco di Parigi

Quasi per caso, ho scoperto che le cose che mi sono piaciute a Parigi sono bianche, bianche ed eleganti, proprio come la Ville Lumière sa essere.

Bianco come...l'Atelier Brancusi, proprio di fronte al Centre Pompidou. Lo scultore romeno ha vissuto in Francia per lungo tempo e alla sua morte, lasciò allo Stato il suo laboratorio, che è stato perfettamente ricostruito in un candido cubo proprio nella piazza del museo di arte contemporanea.

Le sue sculture sono le padrone assolute, ma l'allestimento è davvero stupefacente: sembra proprio che l'artista si sia allontanato un attimo per poi tornare a finire quello che stava facendo. E'gratuito ed è aperto dalle 14 alle 18, tranne il martedì.


Bianco come... Blanche, la fermata della metropolitana che vi farà scendere nella zona più viva di Parigi: eccoci infatti a Montmartre, a due passi dal Moulin Rouge e dal Museo dell'Erotismo, che può sembrare un acchiappaturisti ma mi ha fatto divertire molto.

E'un'esposizione sulla storia dell'erotismo: dalla vita nei bordelli a statue etniche rimandanti alla fertilità, fino ad arrivare ad opere di arte contemporanea sull'argomento. Il repertorio è davvero vasto, ma non si scade nel volgare. Il biglietto intero costa 10 €, ma è scontato se lo si prenota online.

Bianco come... il Sacro Cuore, secondo me, la basilica più bella di Parigi. Appena si salgono le scale, ci si emoziona guardando questa costruzione dal sapore orientale che sembra la meta di un viaggio spirituale. E'uno degli edifici più alti della città e il suo travertino chiaro risplende nelle giornate di sole. 

Gli interni sono spogli, se non fosse per un grandioso mosaico dorato, ma vale la pena faticare per arrivare in cima alla cupola: che panorama vi aspetterà! E'uno dei luoghi migliori per fotografare la Tour Eiffel.

Bianco come... l'Ecoute, una scultura dell'artista de Miller, posta di fronte alla chiesa di Saint-Eustache e commissionata per il Forum des Halles, il centro commerciale sorto dove un tempo c'erano i mercati generali.

Una scultura di profonda riflessione: Ascolta, suggerisce. E'un bel messaggio, proprio di fronte a una chiesa, proprio a due passi dal caos dello shopping. 


Bianco come...la notte del 4 ottobre, quando musei e negozi rimangono aperti fino all'alba, anche in maniera gratuita. E' anche una festa di luci, che illuminano monumenti e angoli nascosti della città per realizzare veri e propri percorsi artistici da immortalare. Non ho mai partecipato a quest'evento, ma vedrò di rimediare per completare i miei piaceri bianchi della vita parigina.

Bar Ilde, il Baretto della Buona Piadina di Rimini

Quando si parla di piadina, è riduttivo usare il singolare: bisognerebbe dire "piadine", perchè ognuno ha il suo modo di farle, anche all'interno della provincia di Rimini. Ci sono quelle sfogliate, quelle più alte, quelle croccanti: impossibile decretare quale è più buona! Bisognerebbe organizzare un tour gastronomico di degustazione della piada...prima o poi lo farò!

Dalla Ilde non ero mai andata. Si trova a Covignano, una collina elegante a ridosso di Rimini e attorno al chioschetto del Baretto della buona piadina, una tettoia protegge i tavoli all'aperto, tutti sui toni del blu e del verde, come le magliette dei camerieri. L'arietta qui è sempre un po'fresca, anche nelle calde sere d'estate. E'un bel posticino, lontano dal caos della Riviera.

Sul menù, si legge un po'di storia del locale, aperto dal 1958, come ristoro per gli abitanti della zona e sebbene ci sia andata di domenica sera in un week end di ponte, i turisti sono davvero pochi. C'è da scegliere tra più di 100 tipi di piadine, insalatone e piatti con formaggi e salumi. E'possibile optare per menù convenienti e anche la lista dei dolci è molto varia.

Alla fine si legge che la Ilde si rifornisce da rivenditori del posto, sia per i salumi sia per il vino. Ordino una Volpina e una piada con prosciutto, formaggio fuso e gratinati: una cena più romagnola di così non potevo che sognarla. La sfoglia è altina e pienissima tanto che non riesco a mangiarla con le mani: quasi un sacrilegio! ;)

Termino con un dolce da condividere: una piadina con squacquerone e marmellata di fichi, che ci ha davvero deliziati. I tempi di attesa sono stati un po'lunghi, ma ne è valsa la pena. Anche i prezzi sono lievemente più alti di altre piadinerie, ma considerate che si paga anche il coperto, perchè si viene serviti al tavolo, e la qualità dei prodotti è davvero alta.

Il Bar Ilde è aperto da Pasqua fino a fine settembre, a pranzo e a cena, e non accetta prenotazioni, quindi conviene arrivare presto oppure armarsi di tanta pazienza: verrete ricompensati


martedì 3 giugno 2014

La vera pizza napoletana a Rimini

Può succedere di avere voglia di mangiare un pizza nel fantastico mondo della piadina?

Beh, può darsi che a qualche allergico allo strutto venga questa malsana idea ;) In questo caso, non c'è niente da temere: Rimini ha delle ottime pizzerie da offrire. Ma escludendo quelle non proprio economiche, quelle modaiole e affollate, quelle che fanno la pasta fine...la Pizza Italia di Miramare è il posto giusto per chiunque abbia voglia di una vera pizza napoletana.

Il locale è spartano: dall'arredamento all'apparecchiatura. I camerieri sono alla mano, ma sempre di corsa. Il menù è stampato direttamente sulla tovaglietta, decorata con le immagini della smorfia napoletana. Dalle mensole spunta qualche Pulcinella e nel frigo ho adocchiato la pastiera più invitante che abbia mai visto.

Abbiamo cominciato con un panzerotto e poi abbiamo preso delle pizze, ovviamente, scegliendo anche tra le due opzioni extramenù della giornata. Veraci, è l'unico aggettivo che mi viene in mente per definirle: erano davvero ottime.

Purtroppo terminata la mia "Vesuvio", non ho avuto la forza di prendere un pezzo dell'ammiccante pastiera: un rammarico, a cui rimedierò al più presto. Conto più che onesto: circa 10 € a persona. Ogni tanto si può anche rinunciare alla piadina in Romagna! 

Cascata dell'Alferello, un bagno nella natura

Alfero è un paesino di montagna, in provincia di Forlì-Cesena, e si trova proprio in quella zona verde dove l'Emilia Romagna confina con la Toscana. E'la terra del Monte Fumaiolo e della famosa località termale di Bagno di Romagna.

La cittadina è formata da edifici abbastanza moderni e funzionali e nella piazza centrale potrete trovare i negozi di prima necessità, un albergo, una chiesa e una scuola. Insomma, niente di così interessante da vedere. Se però avete voglia di camminare per circa 20-25 minuti, arriverete in un posto da sogno.

Dopo aver costeggiato la strada principale e disceso un sentiero nel verde, a volte anche parecchio scosceso, raggiungere la Cascata dell'Alferello, alta circa 30 metri. E'chiamata anche "delle Trote", per l'abbondanza di pesci nelle sue acque e il suo corso crea delle vasche naturali in cui è possibile fare il bagno.



E'un ottima alternativa al mare, soprattutto nelle giornate particolarmente calde. Qui il clima è mite e la temperatura dell'acqua è un po'freddina per una freddolosa come me. Per le persone normali invece, è un toccasana e la zona è molto frequentata: ci sono punti in cui è possibile tuffarsi, altri con l'acqua bassa sono ideali per i bambini.

Se la mattina riuscite ad organizzarvi, potrete passare alla Cascata una bella giornata in relax. Portatevi il pranzo al sacco (noi lo abbiamo comprato al minimarket di Alfero: salumi e formaggi del posto a buon prezzo), un telo, costume e una felpa (all'ombra non fa mai caldissimo). 

Tenete poi presente che il sentiero è facilmente praticabile, ma non consiglio di farlo in infradito: portate scarpe comode. Analogamente, entrare nell'acqua del fiume significa fare il bagno sui sassi, quindi se sapete che possono darvi fastidio munitevi di scarpette o sandali da scogli.

Il posto comunque è bello: stendersi nel verde e respirare aria buona è già un buon modo per fare vacanza.



Foto di F. Bartolini